L’infarto del miocardio è provocato dall’occlusione, parziale o completa, dei vasi coronarici utili al passaggio di sangue ossigenato indispensabile per il nostro organismo. Questa interruzione improvvisa può danneggiare, anche inevitabilmente, alcune parti del muscolo cardiaco. Fino a poco tempo fa l’infarto del miocardio era quasi sempre fatale.
Ad oggi, grazie agli ultimi studi scientifici e agli approfondimenti medici, è possibile sopravvivere ad un infarto. L’aspetto fondamentale per prevenire esiti nefasti è la consapevolezza di quali siano i sintomi e le prime forme di soccorso da avviare.
Argomenti trattati
Quali sono i sintomi di un infarto?
I sintomi più ricorrenti di un infarto del miocardio sono:
- senso di oppressione toracica, un dolore al centro del petto che dura per molto tempo (anche più di 20 minuti) senza interrompersi e senza che alcun farmaco porti sollievo;
- dolore generale in tutta la zona del petto fino al braccio e alla schiena;
- dolore toracico molto intenso e frequente durante il giorno;
- dolore ad altezza dello stomaco;
- senso di nausea o vomito;
- fiato corto e mancanza di respiro;
- sudorazione eccessiva;
- capogiri e sensazione di svenimento.
Una aspetto fondamentale di cui essere a conoscenza è il fatto che non tutti gli infarti avvengono in modo improvviso e drammatico, anzi capitano anche casi di infarti “silenti”, cioè senza che il soggetto avverta alcun sintomo.
In ogni caso non appena si notano le prime avvisaglie e i primi sintomi è fondamentale avvisare i soccorsi così da evitare il più possibile qualunque danno.
Quali sono le cause di un infarto? E i principali fattori di rischio?
Come abbiamo già specificato l’infarto del miocardio è provocato dall’occlusione, parziale o completa, dei vasi coronarici.
Questo problema è causato quasi sempre da una trombosi, una conseguenza dell’aterosclerosi (una formazione di placche all’interno dei vasi sanguigni). Questo tipo di processo è dovuto a costanti abitudini di vita sbagliate oltre alla familiarità e a diverse patologie. I principali fattori di rischio sono:
- età: per gli uomini dai 45 anni in su mentre per le donne coincide con l’inizio della menopausa, circa dai 55 anni in su;
- sesso: gli uomini sono più a rischio;
- fumo: sia il fumo attivo che passivo danneggiano le pareti dei vasi sanguigni, inoltre il fumo aumenta il rischio di trombosi rallentando il flusso sanguigno;
- diabete mellito: il diabete consiste nell’incapacità del proprio organismo di produrre il giusto quantitativo di insulina, questo può avere conseguenze anche sull’apparato cardiocircolatorio;
- ipertensione arteriosa: la pressione alta danneggia le pareti dei vasi sanguigni;
- ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia: un alto livello di colesterolo o trigliceridi nel sangue provoca un restringimento delle arterie;
- familiarità: se già dei componenti stretti della famiglia hanno avuto un infarto è più probabile essere a rischio;
- sedentarietà: questo stile di vita comporta lo sviluppo di problemi come colesterolo alto, diabete o pressione alta;
- obesità: le persone che hanno un peso eccessivo sviluppano più facilmente l’aterosclerosi;
- stress: uno condizione protratta di stress alza i livelli di adrenalina e cortisolo che possono portare a un aumento della pressione favorendo quindi l’aterosclerosi.
Molti cercano di monitorare il cuore con smartwatch simili a Xpower Watch, che possono essere utili per lo sport e per misurare la regolarità del battito.
Cosa fare in caso di infarto?
Se si ritiene di essere di fronte a un possibile caso di infarto la prima cosa in assoluto da fare è chiamare il 118 allertando i soccorsi. Se a seguito dell’infarto vi dovesse essere un arresto cardiaco è fondamentale avviare un primo massaggio cardiaco, ogni minuto infatti in queste situazioni può essere vitale.
Il massaggio cardiaco consiste in una serie di compressioni verso il basso, con una frequenza di circa 100 al minuto. Se si ha inoltre la possibilità di usufruire di un defibrillatore automatico esterno è possibile effettuare un trattamento di emergenza che, grazie alla sua scarica, può riportare il cuore al suo ritmo normale.
In caso di infarto potrebbe anche essere utile assumere aspirina, solo nel caso in cui il proprio medico o il personale del 118 lo consiglino.
Quali sono le conseguenze di un infarto?
Un infarto del miocardio può comportare una serie di complicanze successive in base alla gravità della situazione.
Un esempio è l’insorgere di aritmie, cioè dei ritmi cardiaci anomali che possono essere anche molto pericolosi; un’altra conseguenza è un’insufficienza cardiaca, questo accade se la zona di muscolo cardiaco danneggiata è piuttosto estesa e quindi la parte rimanente non è in grado di svolgere tutto il lavoro in modo adeguato.
Un’altra complicanza è la rottura del cuore, cioè la lacerazione di parti di muscolo cardiaco, con conseguenze anche fatali. In ultimo vi possono essere anche problemi con le valvole cardiache, cioè queste valvole non riescono più a essere funzionali.